Maurizio Giordani Viaggi e Spedizioni Info e Contatti


VIA IPERMERMOZ
AGUJA MERMOZ
ARGENTINA




Risalendo il ripido sentiero che dal campo base della Piedra del Fraile accompagna al Passo del Quadrado, finestra aperta verso i versanti nord e nord/ovest del Cerro Fitz Roy, dell'Aguja Mermoz e dell'Aguja Guillaumet, lo sguardo fugge di continuo in ogni direzione, attratto da forme e profili di monti, immensi ghiacciai, laghi e foreste che sconfinano fin oltre l'orizzonte, in ogni direzione. Arrivare al Passo costa almeno tre ore di faticosa salita ma superata la vedretta terminale e raggiunta la cresta si è subito ricompensati, se le
condizioni meteorologiche lo permettono, da una veduta affascinante che immerge lo sguardo nel mezzo del Gruppo, lungo il ghiacciaio Fitz Roy Norte e proprio di fronte al Cerro Torre, al Cerro Pier Giorgio, al Cerro Pollone ed a decine di altre cime aguzze o pareti imponenti. Fra queste ultime una spicca in modo particolare per il colore del suo granito, rosso vivo, per la verticalità e compattezza delle sue rocce, nonché per la sua altezza, oltremodo rilevante (circa 700 metri); la parete nord/ovest dell'Aguja Mermoz. Fu salita per la prima
volta nel febbraio del 1974 da tre argentini (G.Vieiro, H. Cuinas, F. Oleachea) che in tre giorni fra salita e discesa seguirono le più evidenti linee di cedimento all'estrema sinistra della parete fino alla cresta nord (fin qui utilizzarono corde fisse poi non recuperate - oggi si notano molti spezzoni abbandonati) seguendo la quale furono anche i primi a giungere in vetta alla Mermoz (difficoltà fino al 6° grado - itinerario A). Nei mesi di ottobre e novembre del 1985 un'altra spedizione si dedica a questa parete; gli italiani V. Spinelli,
A. Colombo, E. Tanzi, D. Galbiati, G. Maggioni, G. Gonfalonieri e D. Corbetta inventarono in tre giorni "Cosas Patagonicas" e salgono prima un evidentissimo, verticale diedro (corde fisse), proprio in centro al grande muro, poi si spostano a sinistra e superano in stile alpino l'ultimo tratto per placche e fessurine fino a raccordarsi sulla cresta nord con la via argentina del 1974 (difficoltà fino al 7° grado e A3 - itinerario B). Ultima nata è "Ipermermoz"; A. Leviti e M. Giordani lasciano il campo base della Piedra del Fraile alle 05 del 10 dicembre 1996. In 6 ore raggiungono la base della parete che iniziano a salire attaccando la roccia fra le due vie già esistenti. Alle 22 sono in cresta, nel punto dove la via degli italiani (seguita per alcune lunghezze) si collega con la via degli argentini e qui decidono di rinunciare alla vetta e di tornare; il tempo è ancora bello e la discesa prosegue per tutta la notte. Alle 06 dell'11 dicembre sono ancora al campo base dopo 25 ore non stop (itinerario C - difficoltà fino al 7°+ con due passaggi di AO e due di A1).








 
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